Introduzione alla lettura |
Dopo La scoperta dell'Inconscio di Ellenberger, che rimane l'opera migliore che sia mai stata scritta sulla storia della psicoanalisi nel suo intreccio con l'ambiente sociale e culturale, il saggio di Eagle va segnalato come la migliore rassegna critica degli sviluppi della psicoanalisi contemporanea. Se si può fare un appunto all'impostazione del saggio, esso riguarda lo scarso rilievo assegnato alla psicoanalisi culturalista e soprattutto al pensiero di Fromm, che, nonostante le sue note debolezze teoriche, è l'unico che ha cercato di integrare la psicoanalisi con l'esistenzialismo e di avviare, dunque, una ricostruzione delle vicissitudini psicologiche individuali a partire da una problematica esistenziale universale - quella dell'uomo come essere gettato nel mondo - che si intreccia e si declina in rapporto alla cultura del contesto storico-sociale all'interno del quale l'individuo evolve. La lettura del saggio di Eagle pone di fronte alla carenza di questi due aspetti: il riferimento alla condizione esistenziale umana, che sottende ogni esperienza soggettiva in quanto consapevole dell'insignificanza oggettiva del proprio esserci, e non è riconducibile al dramma della separazione dalla madre; e la storicità dell'esperienza soggettiva che, attraverso la mediazione di un determinato ambiente storico-sociale, viene ad essere partecipe della storia dell'umanità e delle tradizioni o ideologie che informano l'ambiente stesso. Il tema di fondo del saggio è il cambiamento di paradigma che ha portato l'analisi a sormontare il sistema chiuso freudiano governato dalle pulsioni a favore dello studio delle relazioni oggettuali, che implica una predisposizione dell'essere umano alla ricerca del contatto con l'altro. Purtroppo, però, come riesce evidente dall'analisi che Eagle fa dei vari modelli relazionali, il cambiamento di paradigma si è arenato sulla vana ricerca di teorizzare ciò che accade nella mente del bambino piccolo e sulla restrizione dell'oggettuale al rapporto che egli intrattiene con le figure genitoriale, e soprattutto con la madre. Su questa base, la ricerca delle dinamiche che promuovono lo sviluppo - ricerca che deve dare per scontato che il cervello umano è programmato per raggiungere uno statuto adulto - diventa un po' sterile perché l'enfatizzazione dell'individuazione può essere ricondotta solo ad una misteriosa esigenza di ordine superiore, vale a dire ad una motivazione di coesione del Sè o alla tensione prodotta da ideali e valori che trascendono l'individuo. Alla fine, l'impressione globale è che, nonostante un numero rilevante di intuizioni interessanti, i teorici della psicoanalisi sembrano girare a vuoto. |